Beati gli innamorati

Parole col cuore

Parole col cuore


Gesù insegna che la beatitudine non è un traguardo, ma la strada. Si è allegri in compagnia, si è contenti per un dono, si è felici se apprezzati. Poi però crisi, guai, lacrime diventano nuvole grigie che rubano il sereno. La beatitudine invece è l’equilibrio interiore tra guai e beni che non dipende dall’avere, dal fare o dal ricevere.
Tra gli alti e bassi della vita la beatitudine è un’altalena: quando sei su, ti aiuta a prendere le stelle e quando sei giù, ti permette di seminarle. Beato non è chi è senza problemi, preoccupazioni, fatiche, ma chi sa che non è solo e quindi può attraversare tutto.
I segni della festa degli innamorati per “San Valentino” fanno pensare a come questa dinamica rappresenti i due poli della vita quotidiana, specie di coppia, con la divisione dei beni e la comunione dei mali. 
La lettera di una coppia “normale” rilegge le beatitudini nella vita normale. “Siamo di più della nostra somma, perfettamente imperfetti, non perché non abbiamo problemi, ma perché abbiamo saputo affrontarli. Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. In noi c’è il compromesso degli sposi, la follia dei fidanzati, il cercarsi degli amanti. Siamo un po’ bambini, spesso adolescenti, tanto vecchi brontoloni, sempre complici. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati. Sei il materasso per le mie cadute, il mio giubbotto per l’inverno, sei una boccata di aria fresca nei momenti infernali, sei il mio sole e le mie stelle nel buio della notte. Beati voi, che ora piangete, perché riderete. È per questo che puoi contare su di me. Ciò che tu significhi per me va oltre ogni parola, è di più. Beati voi, quando gli uomini vi insulteranno. Con te penso, parlo, piango, sogno e ballo. Siamo il nostro passato, il nostro presente e il nostro futuro. Tu ed io: così sappiamo stare lontani, restando vicini. Guai a voi, ricchi, perché avete già la consolazione. L’amore è fatto di alti e bassi, bisogna impegnarsi al massimo, lavorando insieme per superare le crisi e le discussioni. Guai a voi, che ora siete sazi, perché avrete fame. Non mi piacciono certi tuoi comportamenti e nemmeno i miei. Ti arrabbi, mi arrabbio e a volte sbagliamo entrambi. Non rispettiamo le nostre promesse come dovremmo. Tu mi sorreggi ed io mi aggrappo a te. E se crolla il tuo mondo vieni nel mio e costruiamolo insieme. Funziona così. Ti amo fin dove arrivano i tuoi difetti: si chiama accettazione. Guai a voi, che ora ridete, perché sarete nel dolore. Se perdessi il tempo a criticare, non mi godrei il presente. In te non cerco i miei desideri, né voglio colmare i miei vuoti. Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Siamo entrambi persone piene e complete. E quindi: no, non ho bisogno di te! Ma ti scelgo. Perché l’amore è legarsi senza dipendere da catene emotive e sentirsi amati con i limiti che ci impone la realtà e il caso”.
 

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